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Provincia di Imperia

Quadro Fondativo Relazioni - Attività dell'industria

Le Attività dell'Industria / Artigianato e del Commercio

L'INDUSTRIA E L'ARTIGIANATO

È quasi inutile ricordare che la provincia ha una struttura economica molto peculiare, caratterizzata da una composizione settoriale anomala nel contesto dell'Italia settentrionale, che, se non fosse per i livelli di reddito(1) , la accomunerebbe piuttosto ad alcune province del nostro Mezzogiorno.
La poca industria tradizionale (ramo alimentare) mantiene lo storico attestamento a Oneglia e al suo porto commerciale e non penetra quasi all'interno - salvo alcuni episodi isolati come Pieve di Teco. Non si ha notizia di significativi ingressi di imprese dall'esterno, mentre vi sono state acquisizioni di alcuni importanti marchi alimentari locali, che hanno portato al trasferimento all'esterno dei centri di decisione.

In generale le attività produttive industriali o comunque artigianali si caratterizzano per una scarsa singola incidenza numerica di addetti e per la prevalenza di imprese di piccola dimensione.
I caratteri di modello insediativo del settore presentano:
- una scarsità di risorse territoriali spesso in termini conflittuali con altre funzioni;
- una despecializzazione dei tessuti specificatamente dedicati nel senso che poche aree hanno mirata destinazione produttiva d'offerta rapportata alla domanda e comunque secondo un modello che presenta diseconomie di organizzazione territoriale ed alti costi per le imprese. E' sintomatico che in diversi casi edifici appositamente costruiti risultino inutilizzati;
- una previsione di aree dedicate nella pianificazione urbanistica comunale carente nella verifica dei livelli di infrastrutturazione e quindi generante un'indifferenza localizzativa, che abbinata alla "concorrenza" propositiva tra enti locali, porta ad un massimo di potenzialità d'offerta, ma di basso livello;
- effetti piuttosto negativi sulla qualità architettonica degli insediamenti;
- una non buona distribuzione dei costi insediativi e di gestione, che in ultima analisi fa rifluire l'onere sulla finanza locale, per la realizzazione di servizi essenziali e reti infrastrutturali (e non produce utilità per gli imprenditori).

Nel campo imprenditoriale un particolare aspetto è rappresentato dal ramo edile che, superato il momento di congiuntura generato dalla stasi dell'edilizia residenziale e dalla contrazione delle realizzazioni di opere pubbliche, si presenta più recentemente in ripresa. Il recupero edilizio per fini turistici del patrimonio residenziale abbandonato rappresenta un elemento di nicchia da non sottovalutare anche negli aspetti di indispensabile adeguata risposta di edilizia di qualità conseguente ad adeguata qualificazione delle maestranze.
Si evidenzia da ultimo che nel nostro territorio non appare improprio attribuire una certa forma di industrializzazione al comparto delle colture floricole in serra, che peraltro hanno storicamente mantenuto una forte intensità di manodopera.

· LE PIANE
Alcune correlate osservazioni circa le aree piane di fondovalle o costiere. Si considerano tali aree distintamente sotto due profili:
- in quanto risorse "strategiche" dello sviluppo economico e urbanistico,
- in quanto aree "fragili" sotto molti profili.
L'attenzione del P.T.C. per le aree pianeggianti persegue la sostenibilità dell'uso di tali aree e dello sviluppo che in esse può ancora prodursi ed è coerente con un'organizzazione dei processi decisionali basata sul principio di sussidiarietà.

Le aree pianeggianti di estensione sufficientemente significativa, solo in parte non completamente edificate, sono meno di una decina, per lo più in corrispondenza dei tratti terminali dei corsi d'acqua. Complessivamente, le superfici non irreversibilmente impegnate assommano a poche centinaia di ettari, quindi a ben meno dell'1% del territorio provinciale. Pertanto, si può ben dire che le aree pianeggianti sono una risorsa scarsa, e perciò stesso strategica, nel territorio provinciale imperiese e lo sono per una molteplicità di motivi, oltre alla loro limitatezza:
- per la loro natura di acquiferi, ovvero serbatoi naturali di acqua dolce in prossimità del mare,
- per il loro ruolo ecosistemico, in quanto aree di confine tra terra, acqua dolce e mare e ambienti fortemente
differenziati rispetto al contesto collinare,
- per il rischio idraulico, essendo in parte comprese tra le aree inondabili,
- per ragioni funzionali, essendo le sole aree dove possono trovare conveniente collocazione alcune funzioni
produttive e di servizio di rilevante dimensione,
- per l'attitudine ad accogliere colture intensive ad altissima produttività,
- per ragioni logistiche, essendo le più agevoli vie di penetrazione verso l'interno,
- in quanto punti di emersione all'aperto e di interscambio delle infrastrutture longitudinali - autostrada e ferrovia - quindi naturali porte di accesso al territorio costiero e interno,
- per la loro delicatezza sotto il profilo paesistico.

Questi fattori e vincoli si combinano diversamente nelle diverse realtà, ma comunque sempre in termini tali da dare luogo a forti tensioni tra esigenze produttive, di sicurezza idraulica, di tutela naturalistica, di accessibilità. Fino a tempi molto recenti, la pianificazione urbanistica non ha saputo cogliere la complessità e la delicatezza di questi ambienti, che sono stati spesso trattati come spazi residuali, nei quali ritagliare zone D (produttive), F (servizi), E2 + S (agricole speciali con serre), C (di espansione residenziale) e quant'altro secondo le opportunità del momento. Lo stesso piano paesistico non fornisce, in generale, alcuna indicazione significativa circa il loro trattamento.

A queste carenze di natura tecnica e culturale, evidenti nei piani che a tutt'oggi disciplinano l'uso di questi spazi, si deve aggiungere l'intrinseca inadeguatezza della dimensione comunale a gestire queste entità complesse, inadeguatezza che si manifesta in diverse forme:
- in alcuni casi, la "piana" stessa è attraversata dai confini comunali: ciò accade per il Nervia (Camporosso, Ventimiglia, Vallecrosia), l'Argentina (Taggia, Riva Ligure), il San Pietro (Diano Castello e Marina), il Cervo (San Bartolomeo al Mare e Cervo),
- la piana appartiene sempre ad un bacino idraulico che trascende ampiamente la dimensione comunale,
- la piana, in quanto spazio specificamente idoneo ad accogliere determinate funzioni, è una risorsa di livello territoriale le cui destinazioni d'uso devono rispondere a un disegno di scala adeguata.

Per quanto riguarda il secondo degli aspetti sopra citati, intervengono ora i Piani di bacino. Questi si danno finalmente carico di un problema -la sicurezza idraulica- a lungo colpevolmente trascurato, ma lo fanno in modo necessariamente unilaterale, considerando prevalentemente ope legis un punto di vista e un aspetto su tutti gli altri.
Per quanto riguarda gli altri due aspetti -la intercomunalità della piana e la sovracomunalità del "mercato" cui essa si rivolge- il P.T.C. può provvedere, nei casi di necessità, con previsioni aventi efficacia ai sensi dell'art. 21, comma 1 della L.U.R..

IL COMMERCIO

Sulla base di una specifica analisi, sviluppata in scala provinciale, sull'attuale dotazione d'offerta degli esercizi commerciali, nonché sulle caratteristiche della domanda, la distribuzione sul territorio delle strutture per il commercio alla data 31.12.1996 presentava in sintesi le seguenti caratteristiche:
- un relativo sovradimensionamento della rete rispetto alla media regionale con una relativa alta incidenza degli esercizi maggiori (con superficie di vendita > di 400 mq.);
- un accentramento dell'offerta commerciale nei bacini dell'Imperiese costiero e Sanremese, con la precisazione che nel primo ambito si enfatizza il carattere di sovradimensionamento, mentre nel secondo, così come nel Ventimigliese, migliora il profilo della produttività; ma considerando il solo comparto alimentare l'indice di produttività (raffronto tra cifra spesa dai consumatori e superfici di vendita) della rete risulta piuttosto omogeneo nei tre bacini;
- l'offerta non alimentare si concentra nelle principali città: Imperia, Sanremo, Ventimiglia, Taggia, Bordighera e Diano Marina, laddove alle sole prime tre è già riferito il 66 % del totale della superficie provinciale autorizzata.

L'analisi delle gravitazioni commerciali, effettuata per il settore alimentare mediante modello matematico, ha prodotto, con simulazione dei flussi di spesa verso gli attrattori (cioè la rete commerciale esistente) esercitati dalla popolazione associata (residenti + turisti in proporzione equivalente), la seguente proposta di articolazione dei bacini commerciali:
1 - Bacino Imperiese
2 - Bacino Sanremese
3 - Bacino Ventimigliese
Questi risultano diversamente caratterizzati da valori alti (nel contesto regionale) degli indicatori di dimensionamento dell'offerta e/o presenza di medie - grandi strutture di vendita. Saldi attivi dei flussi di spesa si registrano nei comuni di Sanremo, Ventimiglia, Imperia (+ Pontedassio), mentre i principali saldi negativi (in uscita dal comune) si registrano in Diano Marina, Camporosso, Taggia, San Bartolomeo al Mare; Diano Marina è anche caratterizzata dal maggior valore di produttività della rete (sottodimensionamento della rete commerciale del comune). All'estremo opposto in termini di produttività i comuni di San Bartolomeo al Mare e Pieve di Teco.

Nel comparto del non alimentare, per le condizioni molto differenziate dell'offerta, per la minor dipendenza della scelta del luogo di acquisto dalla vicinanza alla residenza ed altri fattori, il bacino di gravitazione commerciale è spesso di dimensione sovraprovinciale e dipendente dalla qualificazione in termini concorrenziali sotto il profilo dei prezzi e dell'assortimento ed è legato alle condizioni di accessibilità.

 


(1) Il reddito pro capite della nostra provincia è superiore a quello delle altre aree del paese con alta incidenza dell'agricoltura e bassa incidenza dell'industria nella formazione del PIL. Tuttavia si deve ricordare che tale valore è prossimo al valore medio nazionale, quindi inferiore al valore medio dell'Italia Settentrionale, e colloca la provincia (secondo le ultime statistiche) al 44° posto in graduatoria su 103, ultima tra le province liguri.

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